mercoledì 30 aprile 2014

La vergogna del dormiente

      Una volta, da piccolo, avevo forse 10 anni, andavo a pescare con i miei vicini di casa, papà e figlio della mia età. Mi divertivo, certo, e se devo dire una cosa mi è rimasta al di là del divertimento di quel periodo lontano,  posso citare sicuramente la consapevolezza che per raggiungere qualche momento di estasi piscatoria dovevo alzarmi di mattina presto, anzi prestissimo.



Non c'è dubbio: chi dorme non piglia pesci. Ma da qualche anno non piglia soldi. 

Infatti dal 2007 la vergogna dei conti dormienti nelle mani delle banche è diventata la vergogna dei conti dormienti nelle mani del Tesoro. 

Di sicuro il principio ben attuato è stato quello del "dividiamoci la torta". Come sempre, peraltro (leggete altri miei post per capire che è così).

La prima tentazione nell'agreement Banca-Stato è stata quella di lasciare i conti dormienti definitivamente alle banche che li avevano in carico, ma la prescrizione lunga di vent'anni sembrava un periodo troppo lungo per raccoglierne i frutti,  l'accordo venne allora raggiunto concedendo benefici alternativi a favore del sistema bancario in cambio del rilascio di questi fatidici conti dormienti a favore del Ministero.

Ma andiamo per ordine. Sotto potete trovare una Nota seria sui conti dormienti che spiega precisamente cosa sono e come vengono trattati, per ora vi basti sapere che sono i conti e i depositi bancari non movimentati da oltre 10 anni.

Viene subito nella mente una domanda: prima del 2007, data in cui vennero regolati per legge tali conti,  i dirigenti bancari erano così cerebrolesi da non sapere che esistevano conti dormienti e che forse era bene avvisare i titolari circa l'inattività? Possibile che a nessuno venisse in mente che questa situazione era potenzialmente a rischio? 

Ci illudiamo. Le banche sapevamo benissimo che i conti dormienti erano uno stato atipico per i loro clienti, ma perchè rinunciare al gogami-goga dei soldi gratis, ovvero al tasso remunerativo dello 0,01% annuo? 

Eh sì, il principio cardine della strategia bancariese sul risparmio è quello "lascia la vecchietta credere che i soldi sono al sicuro nel caveau della banca e dalle un bel sorriso al posto degli interessi"

Perchè quindi non sfruttare tutte quelle situazioni ove il vecchietto neppure si ricorda di avere i soldi in banca, oppure si ricorda ma ha altri pensieri per la testa, come quello di guarire da una lunga malattia, quando non è addirittura passato a miglior vita.

Mors tua vita mea, (morte tua vita mia) lo diceva anche un vecchio detto latino, che le ultracinquecentennali banche di sicuro conoscono a menadito.


Una nota seria


Secondo il regolamento del 2007, i depositi dormienti
  • sono tutti quelli inutilizzati da oltre 10 anni
  • vengono estinti salvo disposizioni del proprietario entro 180 giorni
oltre tale scadenza saranno trasferiti a un Fondo pubblico

Il 17 agosto 2007 è entrato in vigore il Regolamento in materia di depositi dormienti (Decreto del Presidente della Repubblica del 22 giugno 2007 n. 116 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 178 del 2 agosto 2007).


Il Regolamento prevede che

  • sono considerati "dormienti" i depositi di somme di denaro e i depositi di strumenti finanziari in custodia ed amministrazione, in relazione ai quali non sia stata effettuata alcuna operazione o movimentazione ad iniziativa del titolare del rapporto o di terzi da questo delegati per il periodo di tempo di 10 anni decorrenti dalla data di libera disponibilità delle somme o degli strumenti finanziari;

  • decorso il suddetto termine il deposito "dormiente" deve essere estinto, ai sensi dell'art. 3 del provvedimento in oggetto, salvo che, entro il termine di 180 giorni dalla comunicazione da parte dell'intermediario, il titolare non effettui un'operazione o movimentazione (come tale si intende anche la comunicazione espressa alla Banca di voler proseguire nel rapporto). Le somme depositate saranno, quindi, trasferite ad un Fondo pubblico (il fondo di cui all'art. 1 comma 343 della L. 266/2005).

lunedì 28 aprile 2014

Indovinello: è impalpabile, non lo si può toccare ma si consuma ogni volta che lo usiamo



Chi di noi non si è mai lamentato per come un abito si sia consumato velocemente nel quotidiano utilizzo, oppure per l'assottigliarsi dei pneumatici  col crescere dei chilometri percorsi, oppure per la necessità di cambiare un utensile dopo un'intensa attività?

Credo che per quanto ci siamo abituati all'idea della civiltà consumistica,  dentro di noi tutti serbiamo la speranza che esista la lama di rasoio perpetua, la lampadina che non si brucia mai o il combustibile fatto di pura acqua scissa in idrogeno per elettrolisi, la batteria stilo che si ricarica mettendola al sole.....la fantasia non ha limiti. I nostri irreali sogni tecnologici vengono puntualmente sventati dalle bollette ricorrenti e dagli scontrini di supermercato densi di prodotti che si sono consumati e che abbiamo dovuto nostro malgrado sostituire.

Certo ci sarebbe piaciuto convogliare quelle risorse, davvero inutili,  in oggetti più utili alla soddisfazione dei nostri bisogni di miglioramento qualitativo della vita, salute, viaggi, libagioni, prodotti tecnologici, beneficenza o qualsiasi altro che possa  essere nella nostra molto personale  "wish list".

Quello che invece sembra sconosciuto ai più è come esista un bene così impalpabile, intoccabile, inafferrabile, utilissimo peraltro, addirittura indispensabile in certe occasioni, che, senza che ce ne rendiamo conto, ad ogni passaggio si consuma velatamente e in maniera sibillina, senza nessuna possibilità di fuga né di cambiamento, tantomeno di sostituzione, con un destino inesorabile.

Ancora più inesorabilmente e drammaticamente  è ora di tirare in ballo la legge di conservazione della massa di Lavoisier con la citazione, molto conosciuta,  posta in alto. Infatti mai più che in questo contesto la si può applicare e verificare con certezza. Infatti quel bene sul quale stiamo concentrando la nostra attenzione, ogni volta che lo si utilizza si consuma, ma quella parte che viene consumata non si distrugge ma finisce a vantaggio di un altro soggetto, e, guarda un po', senza che noi possiamo opporci. Dico subito che non è lo Stato e che invece si tratta di uno "sfrido" perfettamente fungibile da tutti ambito e ricercato. Non è neppure l'oro se per caso vi viene in mente di pensare al pregiato metallo.

So che mi chiederete "ma se è così perché allora dobbiamo regalarlo a qualcuno e non possiamo tenerlo per noi?" E' semplice, perchè siamo vittime dell'oppressione. L'oppressione bancaria.

Siamo al punto giusto per risolvere l'indovinello. L'oggetto misterioso è la moneta elettronica. Quando usiamo la carta di credito, prepagata o meno, oppure il bancomat usiamo la moneta elettronica. Ogni volta che usiamo questi "comodissimi" mezzi di pagamento il denaro giunge al destinatario decurtato di una percentuale, che pur non essendo corrispettivo di alcun servizio reso, finisce nelle tasche delle banche.

Non è bastato il costo del conto corrente di due soggetti (chi paga e chi riceve), non è bastato che il denaro lasciato nel conto corrente faccia solo la polvere e non renda un centesimo e talvolta addirittura si riduca ad ogni chiusura di trimestre, non è bastato che la carta abbia un costo di gestione annuale. No, tutti questi oneri non sono sufficienti, occorre una modesta tangente che varia tra l'1,2% ed il 5%!!!

Se per assurdo chi riceve il denaro utilizza nuovamente la moneta elettronica e via di seguito così, dopo un certo numero di pagamenti quasi tutto il denaro finisce nel buco nero delle GeorgieBanche.

Vediamo che succede in pratica....

Poniamo una percentuale media del 2,5% che viene addebitata a chi riceve il pagamento.



1° pagamento Euro 100,00 diventano 97,50 per il destinatario
2° pagamento diventano 95,06 per il destinatario
.........
10° pagamento diventano 77,63 per il destinatario
.........
25° pagamento diventano 53,10 per il destinatario
.........
50° pagamento diventano 28,20 per il destinatario

 dopo 50 pagamenti oltre il 70% del denaro iniziale è stato ingurgitato dal sistema bancario!!!!!

Non si è perso, non è stato consumato, è stato semplicemente trasformato di proprietà, cambiando di mano assottigliandosi ogni volta a vantaggio delle banche.

Ma non è tutto qui. Se il fortunato possessore di carta ha la pessima idea di restituire a rate l'importo pagato la banca gli addebita in un mese un interesse pari al rendimento annuo di un qualsiasi Titolo di Stato.

Bell'affare eh?! La nonnina lascia i soldi in banca e riceve una miseria di interessi annualmente mentre i nipoti pagano a rate il frigorifero e vengono svenati mensilmente...

Il rammarico è veramente "d'obbligo" soprattutto se pensiamo che ogni norma di legge a partire dal governo Monti è stata promulgata nell'ottica di obbligarci ad usare i pagamenti con moneta elettronica. Non mi sembra poi una scusante favorire il mondo digitale come fa apparire quest'articolo. Come sempre noi siamo le vittime delle banche e queste le favorite dei governi.

Articolo da leggere:

Obbligo all'uso del contante


Per assistenza gratuita su questioni bancarie inviate email a

banca.no.grazie.assistenza@gmail.com




Una nota seria: quanto regaliamo alle banche usando Bancomat e carte di credito

Una tabella esplicativa con dati tratti da internet

ALCUNI ESEMPI DI TASSI  APPLICATI






Quando si riceve un pagamento con carta






Emittente o banca Carta Commissione esercente




American Express Tutte 5,00%
Diners Tutte 4,00%
Visa Tutte 2,00%
Mastercard Tutte 2,00%
Paypal Tutte le convenzionate 3,00%
Banca Sella Bancomat 1,80%












Quando si effettua un pagamento con carta






Emittente o banca Carta TAEG annuale




American Express Tutte 23,69%
Diners Tutte 19,00%
Visa
18,65%
Mastercard
19,30%
Findomestic
21,28%
Carrefour Mastercard 21,67%
Tiscali Visa 16,65%




Tassi indicativi tratti da pubblicità e da fonti internet aprile 2014





Leggete anche questi articoli:
Articolo de LA REPUBBLICA 08/08/2013
Articolo de IL GIORNALE 07/06/2013

Perchè la società pubblica FONDO STRATEGICO ITALIANO Spa investe nella SIA?

FONDO STRATEGICO ITALIANO Spa è una società pubblicca detenuta per l'80% dalla Cassa Depositi e Prestiti e per il 20% da Bankitalia che investe denaro pubblico in settori strategici ed in aziende che considera prioritarie nella politica nazionale.

SIA è la società bancaria (appartenente a quasi tutte le banche) che gestisce i sistemi di pagamento incluse i circuiti di pagamento con carta.

L'intenzione è di far investire quasi 470 milioni di Euro nella SIA attraverso l'acquisizione di partecipazioni.


SIA è una società in ampio utile, visto il modo automatico a Lei concesso per alimentare i propri ricavi. Non si capisce perchè dopo aver lasciato nelle tasche della SIA e delle banche collegate importanti volumi di commissioni dobbiamo anche dedicare ulteriori risorse appartenenti ai cittadini italiani.

Ci dobbiamo chiedere perchè accade questo.

Semplice. La risposta è davvero semplice, la connessione tra politica e mondo delle banche è stata ed è talmente forte che per far felici entrambi la torta da spartire deve essere ancora più grande.
Quel cesto di milioni di Euro non poteva trovare migliori destinazioni, magari a liquidare i debiti verso i fornitori dello Stato?


Vedete il link per vericare la situazione

Partecipazione dello Stato nella SIA



mercoledì 16 aprile 2014

La legge 662/96, la solita furbizia di alcune banche

Normalmente quando si attinge ad una normativa agevolata ci si fa aiutare da un consulente poichè non si è troppo avvezzi alla materia, in modo che l'istruttoria sia fluida e senza intoppi.

In certi casi però dove essere la banca, a proprie spese, a predisporre la pratica, in quanto la banca è l'unico canale abilitato per la sua presentazione ed il cliente non deve far altro che domandare l'applicazione della normativa agevolata. Un caso è quello riguardante la legge 662/96, di cui in basso trovare una disamina meno ironica e informazioni utili nel caso in cui voleste richiederne l'applicazione.

Ebbene, come al solito, alcune banche, che di furbizia sono maestre da oltre 500 anni, trovano il modo di ribaltare sul cliente i propri oneri di gestione di tali pratiche. Infatti, assistendo un'azienda nella ricerca di soluzioni finanziarie, e individuando nella legge 662/96 una possibile agevolazione, ho scoperto che il direttore della filiale canalizzava la preparazione delle verifiche di pre-istruttoria su una società di consulenza esterna. Tale società avrebbe fatturato "solo" 1000 Euro+IVA per detta formalità. Ho chiesto di predisporre io stesso la pre-istruttoria e, pur trascorsi  consueti tempi biblici bancari, sono sempre in attesa di una risposta. Temo che sia negativa, ovviamente, perchè in logica bancariese quando le risposte tardano sono sempre negative.

Cosa dobbiamo pensare? Che qualcuno prende la stecca? Che le signore banche sono così rigide da voler solo un interlocutore conosciuto? Che non capiscono la materia ed hanno paura di essere fregati?
Ai posteri l'ardua sentenza.

Come al solito.............





Informazioni (serie) sulla legge 662/96.

Lo scopo dell'agevolazione è facilitare la concessione di finanziamenti e la riduzione dei tassi applicati grazie ad una garanzia ministeriale

La garanzia del Fondo è una agevolazione del Ministero dello sviluppo economico che può essere attivata solo a fronte di finanziamenti concessi da banche, società di leasing e altri intermediari finanziari a favore delle PMI. Il Fondo non interviene direttamente nel rapporto tra banca e impresa. Tassi di interesse, condizioni di rimborso ecc., sono lasciati alla contrattazione tra le parti. Ma sulla parte garantita dal Fondo non possono essere acquisite garanzie reali, assicurative o bancarie.


L’impresa deve essere valutata in grado di rimborsare il finanziamento garantito e considerata economicamente e finanziariamente sana sulla base di appositi modelli di valutazione che utilizzano i dati di bilancio (o delle dichiarazioni fiscali) degli ultimi due esercizi. Le start up sono invece valutate sulla base di piani previsionali. 

Possono attingere singole aziende o più aziende collegate che  tra loro con  meno di 250 occupati ed un fatturato  inferiore ai 50 milioni di euro o, in alternativa, un totale di bilancio  inferiore a 43 milioni di euro.


L’impresa non può inoltrare la domanda direttamente al Fondo ma deve rivolgersi a una banca per richiedere il finanziamento richiedendo che sia acquisita la garanzia diretta. Sarà la banca stessa ad occuparsi della domanda. In alternativa, l’impresa si può rivolgere a un Confidi.

Quasi tutti i settori sono agevolabili.

Sono agevolabili  fino all'80% del finanziamento, sia le operazioni a breve siaquelle  a medio-lungo termine,  per liquidità o investimenti. L'importo massimo garantito è di 2,5 milioni di euro (anche su più operazioni.

Evidenzio che le procedure sono snelle e veloci in quanto sono stati predisposti strumenti adeguati.

(Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, 2014)

Se gradite essere assistiti per questa pratica o altre pratiche finanziarie potete mandare un'email a banca.no.grazie.assistenza@gmail.com

Informazioni complete le potete trovare sul sito del Ministero dello Sviluppo Eeconomico:
 http://www.fondidigaranzia.it/

domenica 13 aprile 2014

Siamo generosi noi italiani

Cogli la rosa quando è il momento, | che il tempo, lo sai, vola | e lo stesso fiore che sboccia oggi, | domani appassirà (Pitts)


Certo che siamo generosi. Accogliamo tutto e tutti, beni servizi e persone. Subito ci sembra di fare bella figura, di essere caritatevoli ed aperti al mondo, davvero cosmopoliti. Poi quando ci accorgiamo quanto abbiamo sparso nel paese un'abbondanza di cavalli di Troia, sempre imbottiti di parassiti virus prodotti nocivi per la salute o la sicurezza, di gente di malaffare o nullafacenti è sempre troppo tardi. Troppo tardi per disdegnarsi e ancora troppo tardi per impedirne le conseguenze, troppo tardi per correre ai ripari.

Così non ci resta che rassegnarci a convivere con tutti i problemi che galleggiano nella nostra vita come anatre di lago protette nella riserva di caccia. Questo misto di carità, accoglienza e apertura verso il mondo solletica le risate di tutta Europa e anche oltre oceano. Ma forse siamo contenti di provocare una sana ilarità tra i popoli diversi dal nostro, fa parte della generosità anche tal aspetto.

E per essere sicuri che le risate di tutti perdurino nel tempo siamo pronti  a considerare prioritarie per il paese le necessità forestiere anteponendole ai problemi quotidiani di molti italiani "meno fortunati", che lungi da essere trascritti nei libri sacri della politica e della carità sono ben più concreti. Inutile elencarli, li conosciamo benissimo anche se non ci toccano personalmente, ma guardando qualche quartiere più in là si scorgono ovunque. Così con una "legge" al giorno risolve i problemi degli altri ma non i nostri, nessuno sembra abbia mai letto Euripide:

Il tempo è breve; chi insegue l'immenso perde l'attimo presente.


Siamo proprio generosi noi italiani.

Siamo talmente generosi che ci piace che le banche paghino i propri alti dirigenti adeguatamente, e al fine di permettere questo siamo stati sempre pronti a regalare denaro alle banche, che come bene sapete, sanno in maniera indiscussa come utilizzarlo per il bene del bel paese.

Ovviamente mentivo poc'anzi. Non sulla nostra generosità, non sui regali alle banche.....

I regali privati alle banche li abbiamo sempre fatti, eccome, non solo a Natale (chi non ha portato un piccolo presente al bancario di riferimento?) depositando i nostri soldi gratis o quasi gratis nelle loro casse, subendo commissioni spese ed interessi fissati arbitrariamente e da monopolisti, ma oserei dire anche solo semplicemente avendo un qualsiasi rapporto con il sistema bancario ,che purtroppo si è costretti ad avere se non opta per una vita autarchica da eremita di montagna lontano dalla civiltà.

Ma quello in cui siamo veramente bravi come italiani, è nei regali pubblici alle banche, la fantasia dei nostri legislatori non ha mai avuto limiti. Vorrei fare un lungo elenco di tutte le norme e leggi che hanno regalato soldi alle banche, ma per non rattristarvi troppo sono obbligato a limitarmi e  "lasciare l'immenso per cogliere l'attimo": il Decreto BANKITALIA è fresco come l'insalata degli orti urbani di Torino ed è il regalo più recente alle banche.

Per capire come funziona questo importante cadeau alle banche ci vuole una semplice storiella terra a terra, infatti è la storia dell'agricoltore Peppino.

La fortuna di nonno Peppino

Peppino era un bravo agricoltore, sentiva che non gli restava molto da vivere e pensando al futuro dei propri nipoti, ne aveva 9, decise di lasciare a ciascuno qualcosa.

Peppino non guadagnava molto, con fatica era riuscito a racimolare 10.000 Euro, così pensò lungamente a cosa fare, ma siccome non sapeva nulla di finanza, guardando il suo vecchio trattore FIAT, che tanto lo aveva aiutato nei campi, decise di comprare con quei soldi azioni della FIAT. 

Così accompagnato da uno dei suoi nipoti comprò 1000 azioni della FIAT al prezzo di mercato di 10 Euro cadauna, aveva  investito 10000 Euro, avrebbe dato 100 azioni a ciascun nipote e 100  le avrebbe tenute lui stesso per il suo funerale!. 

Quelle azioni, gli avevano detto, ogni anno gli fruttavano qualche soldino, in più nel tempo sarebbero cresciute di prezzo, bastava tenerle senza preoccuparsi del prezzo che ogni giorno mutava. Peppino aveva la pazienza del contadino quindi sapeva che ci voleva tempo affinché il granturco crescesse e così doveva essere per il valore delle azioni. 

Peppino non era mai stato fortunato, l'unica volta è stato quando arando un campo trovò una vecchia cassa e dentro c'era, tra tante cose, una moneta d'oro che decise di regalare al suo primogenito. Ma in quell'anno 2014 c'era qualcosa di inafferrabile nell'aria che si percepiva a malapena, forse una congiunzione astrale favorevole, tutti gli ortaggi crescevano a dismisura,  il freddo non era intenso come nel passato, come se ci si dovesse aspettare un evento straordinario. 

E quest'evento capitò: il prezzo delle azioni FIAT per legge dello Stato veniva moltiplicato per 48000 e passava da 10 Euro a 480.000 Euro.


A Peppino arrivò un resoconto dell'investimento:

Investimento iniziale: 10.000 Euro
Prezzo per azione 10 Euro
Azioni comprate 1.000

Nuovo prezzo fissato dalla legge: 480.000 Euro
Valore di 1000 azioni:  480.000.000 Euro


Peppino non credeva ai suoi occhi e neanche alle orecchie, quando seppe che lui ed  nipoti all'improvviso si ritrovavano non solo benestanti, ma davvero milionari in Euro grazie a quelle misere 1000 azioni, che dopo l'entrata il vigore della legge valevano 480.000.000 di Euro. Ciascun nipote aveva un patrimonio di 48.000.000 di Euro.

Disse tra sé e sé "ora posso morire contento"  e come la fiamma di una candela col vento forte, si spense, l'emozione fu troppo grande per una persona terra a terra come lui, 

***


Ora pensate che tutto questo, (fatte le dovute sostituzioni di nome) sta realmente accadendo : le banche hanno in portafoglio le azioni di BANKITALIA che avevano acquisito per 156.000 Euro ed ora per legge vengono rivalutate per 48.000  in modo di adeguare il valore a quello di mercato ossia 7,5 miliardi di euro. Con plusvalenze esagerate....e si rischia addirittura di non tassarle.

UN BEL REGALO ALLE BANCHE FIRMATO DA TUTTI GLI ITALIANI

Siamo generosi noi italiani.






sabato 12 aprile 2014

Il bestiario bancario

Chissà quante volte ce lo siamo detti. I bancari-banchieri considerano i clienti i loro animali preferiti.

Polli da spennare, è sicuro.

Pesci da prendere all'amo, ancora più sicuro. Leggete il mio post Siamo come carpe.....

Felini all'occorrenza. Lo dice Bancoposta:  per loro siamo gatti che si gustano un bel 1,75% lordo annuo, ovvero come vivere di rendita se avete 5.000.000 di Euro liquidi....





Ma anche la pubblicità bancaria ha tirato in ballo i nostri amici animali.


C'è  chi si è avvalso del tasso....la rincorsa per la casa del tasso Zero. Ma ci crede ancora a Babbo Natale? Gli interessi vengono pagati da chi vende l'oggetto che viene finanziato.



Cosa dire poi della rata bassotta di IBL Banca? Il bassotto mangia addirittura il gelato, ma gelati si resta se si fa il calcolo del TAEG





Tutto questo spirito da ENPA ci fa davvero pensare. 

Forse il marketing delle banche vuol far leva sul sentimento che nutriamo per gli animali e farci credere che banche ci sono fedeli a amiche, forse.  

Forse, invece, sono convinti che l'unico modo per attrarre la nostra attenzione sulla pubblicità delle banche è inserire simpatici animali, vista la poca simpatia di cui generalmente nutrono, forse.  

Ma l'ipotesi più avvalorata  è che i bancari si sono sentiti dire troppe volte che si comportano come dei bradipi ed il desiderio di prendersi qualche rivincita emerge ove possibile, e quale migliore occasione vi viene in mente?!




Nota seria: In tema di tassi si veda anche questo articolo:


Siamo come carpe nell'opaca Trasparenza.....

L'insostenibile opaca trasparenza della leggerezza bancaria o l'insostenibile lucida leggerezza della trasparenza bancaria?

E' davvero un dilemma senza risposta. Milan Kundera non ci aiuta.

Spesso ci chiediamo perchè la chiamano ancora Trasparenza. Parole e numeri immersi nella palude delle regole bancarie, fatte solo per il Grande risucchio del nostro sudato denaro.

 Più ci sommergono di Documenti di sintesi più ci sentiamo come carpe in questa palude melmosa traslucida e piena di insidie nella sabbia,  e l'unica cosa che è chiara e trasparente rimane l'immenso cumulo di dati che ci vengono sottoposti, come se i numeri scritti sulla carta si potessero trasformare in mangime per pesci.




Ma qualcuno l'ha inventata, la Trasparenza bancaria. E evidente che prima della Trasparenza il mondo delle banche era oscuro, pieno di calcoli non chiari, ricco di sottocalcoli-calcoli-sovracalcoli di interessi da far venire i calcoli ai reni del povero consumatore di servizi bancari.

Certo, era il mondo Oscuro del sistema bancario che si trascinava da più di 500 anni e che, all'improvviso, con una magia incredibile, si è evoluto in quello Trasparente di oggi.  Si, è bastato riempire i clienti di comunicazioni (a pagamento ovviamente) che riepilogano tutte le condizioni applicate per far scomparire tutte le maleazioni bancarie, con un colpo di bacchetta magica.  Basta leggere qui sotto per capire che è proprio vero:

"I clienti con questi interessanti ed esaustivi documenti sono stati messi in grado di meglio valutare le performance bancarie e la competitività dei servizi.."

Oh, scusate, questo non l'ho scritto io, il testo è preso da una circolare di una banca. Infatti come potrei io scrivere queste fandonie?

Ditemi da quando, da quando i clienti possono cambiare semplicemente banca perchè le condizioni non sono favorevoli?  Da quando il cappio al collo dell'impiccato cliente delle banche non è così stretto da poter appena respirare? Da quando esiste la libertà di scelta in un mondo oscuro dove non si vede nulla all'orizzonte?

Eh sì, chi pensa che la Trasparenza bancaria serva a qualcosa sta sognando come un bambino tornato da Disneland.


Sì, quando ci relazioniamo con le banche viviamo come carpe nella melma, che appena vedono qualche verme penzolare nell'acqua torbida e pensano di gustarlo come cena vengono prese all'amo e non possono più fare nulla, solo tentare di fuggire mentre quella lenza invita solo a muoversi verso riva, pronti ad essere addentati e fagocitati dal vorace bancario-banchiere che, invece, in quella melma ci sguazza come un luccio, un luccio che tutto divora ed ingoia.

Scusate, se anche questo è un Documento di sintesi!




venerdì 11 aprile 2014

Una storia con una morale nascosta: LA STORIA DI JACK E I SUOI ORGANI - cap.1 di 2


JACK come tutti noi, per vivere, aveva molti organi.

Ma lui, al contrario di tutti noi, aveva quattro organi davvero, davvero speciali, CERVELLO, CUORE, POLMONESINISTRO E POLMONEDESTRO, ed erano così speciali perché sapevano pensare, parlare tra di loro e prendere decisioni.

Jack da un po’ di tempo aveva intrapreso una nuova attività sportiva, il Triathlon, che lo impegnava particolarmente, sia fisicamente sia mentalmente, e gli piaceva così tanto al punto da spingersi anche un po’ oltre le sue usuali capacità di movimento. Jack peraltro da qualche giorno non si sentiva molto bene ed una mattina, svegliandosi, se lo disse tra sé e sé.

CERVELLO, che era un tipo molto ricettivo, pensò che era proprio così come stava pensando Jack, il suo corpo non stava funzionando a dovere, ed essendo anche molto intelligente, capì subito che alcuni organi di Jack non stavano ricevendo abbastanza ossigeno.

CERVELLO pensò: “...devo chiedere a CUORE di mandarmi più ossigeno, ne ho bisogno per tutti gli altri organi, solo così JACK potrà sentirsi nuovamente bene e praticare il suo sport preferito con buoni risultati”. E così fece.

CERVELLO disse a CUORE: “...scusa CUORE ho visto che ultimamente mi stai mandando poco ossigeno, ma io ne ho bisogno per far funzionare bene gli organi di JACK, sai, lui si sta impegnando molto nel Triathlon e se gli organi non funzionano bene lui di sicuro dovrà rinunciare alla sua passione, e a me, razionalmente, spiace”.

CUORE che era un tipo di grande cuore, rispose subito a CERVELLO senza esitazione: “...ma certo CERVELLO! Sai quanto sono disponibile! E sai di starmi davvero a cuore! Anche JACK mi sta a cuore! Non preoccuparti, quanto prima avrai tutto l’ossigeno che ti serve! Dammi solo un momento che mi organizzo a dovere...”

Ma CUORE in cuor suo sapeva che non era così semplice, lui sapeva pompare, ma chi poteva aiutarlo a produrre più ossigeno erano i POLMONI, i suoi amici POLMONI: POLMONESINISTRO e POLMONEDESTRO.

CUORE si era reso già conto che ultimamente qualcosa non era normale, induceva JACK a riempirsi il cuore di sensazioni positive, per l’obiettivo che si era posto col Triathlon, e nello stesso tempo di sensazioni meno piacevoli, per i sintomi di malessere che si stavano accovacciando comodamente su di lui come gatti su un morbido cuscino. E di cuore voleva aiutare JACK ed il suo grande amico CERVELLO.

CUORE decise di sondare prima, separatamente, POLMONESINISTRO, col quale aveva più confidenza e col cuore in mano gli chiese: “..scusa POLMONESINISTRO, so che sei sempre indaffarato, come anch’io peraltro, io comunque devo capire al più presto cosa  sta succedendo, ho visto che ultimamente mi sta arrivando poco ossigeno, e tu sai quanto sia importante per me giungere al cuore del problema e far tornare tutto come prima”.

POLMONESINISTRO era un tipo che amava prendere fiato prima di far qualsiasi cosa, e prima di rispondere a CUORE sbuffò anche un pochino, ma senza farsene accorgere. Era diviso. Da un lato avrebbe voluto tacere o semplicemente sussurrare “Si, ecco tutto l’ossigeno che serve, in abbondanza come una ventata primaverile”, dall’altro avrebbe voluto raccontare tutto d’un fiato la sua storia di improvvisa polmonite che lo aveva debilitato e costretto a nascondersi dietro le costole, sperando che il suo antagonista, il suo Antigone di fronte a Creonte, POLMONEDESTRO, non comprendesse cosa succedeva e continuasse a produrre molto, molto ossigeno, più di quanto richiesto coprendo la sua sopravvenuta e momentanea incapacità.

La prima opzione era pura fantasia, POLMONESINISTRO sapeva di non poter fare promesse vane. Anche la seconda non lo convinceva, ma sapeva di non aver scampo e di dover affrontare la realtà. CUORE era il suo amico del cuore e meritava una lealtà assoluta, così col fiato sospeso gli disse: “...è vero, se c’è una colpa è tutta mia, quando ho preso la polmonite credevo si trattasse di un semplice raffreddore, e speravo di superarlo senza dir nulla a nessuno, e contavo su POLMONEDESTRO per mandarti l’ossigeno. Poi ho capito che era più grave, ed ho iniziato a prendere le consuete medicine. Conto di riprendermi in pochi giorni e di tornare nelle più rosee condizioni (non ho mai fumato, lo sai bene) e a produrre l’ossigeno che serve, dammi solo un po’ di tempo....” .

CUORE avrebbe preferito udire prima quelle parole, magari spontanee e non come risultato di un interrogatorio stile Gestapo, ma si accontentò della sincerità e delle promesse a pieno cuore di POLMONESINISTRO e lo ringraziò di cuore.

Certo che CUORE parlando a POLMONESINISTRO non aveva ottenuto alcuna soluzione immediata al suo problema, la carenza di ossigeno. Non gli restava altro che avvicinarsi a POLMONEDESTRO e senza far battere il cuore più velocemente, senza fargli capire che aveva bisogno di più ossigeno, avrebbe dovuto indurlo a produrne di più, senza tradire il suo amico POLMONESINISTRO. Non era semplice, ma in fondo avrebbe potuto raccontargli una semplice storiella, di feste di compleanno, di candeline da spegnere ogni giorno soffiando intensamente, di ossigeno da produrre per recuperare, in fondo si trattava solo di qualche giorno, giusto il tempo utile per la riabilitazione di POLMONESINISTRO. Per qualche istante valutò l’idea di dirgli tutta la verità e di chiedere di condividere la questione, ma poi la scartò come una caramella appiccicosa. Era inutile. 

Il colloquio con POLMONEDESTRO iniziò con una certa ansietà da parte di CUORE, mica poteva arrivare lì come una brezza sui rami e dirgli: “..dai, mi serve un po’ di ossigeno! Produci!”, No, doveva entrare nel suo “io” e solleticare il suo orgoglio con frasi tipo: “Hei, lo sai che sei proprio bravo a produrre ossigeno!”, proprio come dicono nei cartoni animati educativi rivolgendosi a bambini presenti virtualmente nello schermo e che rispondono sempre correttamente a domandine stupide, ma intelligenti considerata l’età.
Poi avrebbe dovuto dirgli, “Ne stai producendo molto vero? E sai produrne ancora di più, vero?” POLMONEDESTRO non riuscì a far altro che ad annuire come una tinca attaccata alla lenza. Non era stupido POLMONEDESTRO, tutt’altro, ma in lui vi era una miscela di orgoglio, bontà e capacità che messe insieme lo spingevano verso obiettivi più ambiziosi di quelli che si era prefissato all’inizio della sua vita da polmone. Cosi fu facile per CUORE ottenere quell’ossigeno di cui aveva bisogno per supplire alle carenze di POLMONESINISTRO e far sì che anche JACK realizzasse il suo sogno sportivo.

Messa così sembra una storia a lieto fine, questa. Tuttavia la “legge di Murphy” è sempre pronta a manifestarsi insolente e a minare i piani benevoli di CUORE, tipo che ha un cuore sensibile e generoso verso chi gli sta vicino (e che non potrebbe allontanarsene neppure volendo!) come CERVELLO e, obtorto collo, di JACK.
Per quei pochi che ancora non lo sanno “legge di Murphy” è riassumibile in poche parole, queste: “se qualcosa può andar male va male”.

Cosa potrebbe andare male, se non i pensieri contorti e distorti e senza torto di POLMONEDESTRO? Già, perché dopo il colloquio con CUORE, dopo aver acconsentito a produrre più ossigeno, il nostro caro POLMONEDESTRO, mentre produce molto ossigeno ha iniziato a pensare, pensare, pensare e... pensare. Ha chiesto consiglio a tutti i suoi consiglieri spirituali e materiali senza raggiungere conclusioni precise ed illuminanti, poi dopo aver parlato brevemente con POLMONESINISTRO, ha preso una sua decisione incontestabile.

Ma andiamo con ordine. I primi pensieri sono giunti nella testa di POLMONEDESTRO come falchetti sulle prede. Erano tanti e colpivano tutti un piccolo brandello di carne rosa, quella che amano tanto i gatti, per intenderci.
Il primo in assoluto era: “da tempo so di produrre molto più ossigeno di quanto necessario, CUORE mi ha detto che potevo produrne ancora di più, che avrei superato me stesso, che tutti avrebbero detto che ero grande, e io ho accettato, consapevole che non avrei avuto più molto tempo per altre cose. Ma CHI me lo fa fare?”
Intorno a questo pensiero gravitavano ed aleggiavano molti altri, come la sensazione che ci fossero altre ragioni dell’interessamento avuto proprio nei suoi confronti. Era bravo davvero, forse CERVELLO lo aveva influenzato e stimolato nel corso di rari incontri avuti nel tempo. Il guaio era che tali pensieri, legittimi, sfociavano sempre in conclusioni disgregative che quasi distruggevano la benevolenza interiore di cui lui era ampiamente dotato. POLMONEDESTRO nei suoi viaggi mentali giungeva sempre ad un istante di sfiducia verso gli organi che lo circondavano, e tutti sentivano queste pungenti sensazioni, come aghi di riccio di mare conficcati nelle piante dei piedi quando si cerca di raggiungere il mare aperto.
Al culmine delle sue riflessioni, mentre progressivamente non si concentrava più sul suo ruolo imperatore, la produzione di ossigeno, decise di parlare a POLMONESINISTRO, per confrontarsi con un suo antagonista (facevano da giovani spesso a gara e POLMONEDESTRO vinceva sempre, con irritazione del suo rivale perdente), e lo fece senza preavviso, e senza alcun obiettivo.

Tutto questo spiazzò POLMONESINISTRO che temendo il tradimento di CUORE e quasi per giustificare tutto un celato piano, di cui però POLMONEDESTRO non era affatto a conoscenza, si lasciò sfuggire poche parole sul suo stato di salute e sulla scarsa produzione di ossigeno, mettendo peraltro in evidenza il suo prossimo miglioramento grazie alle medicine assunte.

POLMONEDESTRO aveva compreso. Aveva anche deciso. Era anche un po’ adirato. Compreso che il suo ossigeno era necessario a CUORE per colmare il vuoto di produzione di POLMONESINISTRO, Deciso a far di testa sua. Adirato perché nessuno gli aveva chiesto apertamente di produrre più ossigeno, domanda alla quale avrebbe potuto porre diniego, e forse avrebbe fatto proprio così.

Cosi nella sua testa contorta lo spirito di punizione e di rivalsa era sufficiente a dirgli che non doveva più stare al gioco, che tanto giusto gli pareva sfuggire alle richieste di CUORE semplicemente diminuendo ancor più la sua produzione, che POLMONESINISTRO doveva accelerare la guarigione e produrre alacremente così come prima mai fatto, che in fondo non erano così amici da sostenerlo (non andavano neppure negli stessi locali), che non era neppure un suo problema se l’ossigeno non bastava.

Fu così che mentre l’ossigeno era sempre più necessario POLMONEDESTRO ne produceva sempre meno, incurante di quello che accadeva a CUORE, a CERVELLO e in definitiva a JACK;  ma piano piano JACK si spegneva e portava con sé CERVELLO, CUORE, POLMONESINISTRO e POLMONEDESTRO verso una baratro profondo dal quale nessuno più poteva uscire, forse dentro la testa contorta e distorta di POLMONEDESTRO s’era insinuata l’idea dell’immortalità, che la tara dell’orgoglio gli aveva conficcato nel centro della sua vita, senza alcun onore, senza alcun merito, senza vie d’uscita, senza scampo....

(E questo cosa c'entro nel nostro Blog versus banca? La morale arriverà poi.....con tranquillità, con gli usuali tempi bancari....o forse no?)

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