venerdì 11 aprile 2014

Una storia con una morale nascosta: LA STORIA DI JACK E I SUOI ORGANI - cap.1 di 2


JACK come tutti noi, per vivere, aveva molti organi.

Ma lui, al contrario di tutti noi, aveva quattro organi davvero, davvero speciali, CERVELLO, CUORE, POLMONESINISTRO E POLMONEDESTRO, ed erano così speciali perché sapevano pensare, parlare tra di loro e prendere decisioni.

Jack da un po’ di tempo aveva intrapreso una nuova attività sportiva, il Triathlon, che lo impegnava particolarmente, sia fisicamente sia mentalmente, e gli piaceva così tanto al punto da spingersi anche un po’ oltre le sue usuali capacità di movimento. Jack peraltro da qualche giorno non si sentiva molto bene ed una mattina, svegliandosi, se lo disse tra sé e sé.

CERVELLO, che era un tipo molto ricettivo, pensò che era proprio così come stava pensando Jack, il suo corpo non stava funzionando a dovere, ed essendo anche molto intelligente, capì subito che alcuni organi di Jack non stavano ricevendo abbastanza ossigeno.

CERVELLO pensò: “...devo chiedere a CUORE di mandarmi più ossigeno, ne ho bisogno per tutti gli altri organi, solo così JACK potrà sentirsi nuovamente bene e praticare il suo sport preferito con buoni risultati”. E così fece.

CERVELLO disse a CUORE: “...scusa CUORE ho visto che ultimamente mi stai mandando poco ossigeno, ma io ne ho bisogno per far funzionare bene gli organi di JACK, sai, lui si sta impegnando molto nel Triathlon e se gli organi non funzionano bene lui di sicuro dovrà rinunciare alla sua passione, e a me, razionalmente, spiace”.

CUORE che era un tipo di grande cuore, rispose subito a CERVELLO senza esitazione: “...ma certo CERVELLO! Sai quanto sono disponibile! E sai di starmi davvero a cuore! Anche JACK mi sta a cuore! Non preoccuparti, quanto prima avrai tutto l’ossigeno che ti serve! Dammi solo un momento che mi organizzo a dovere...”

Ma CUORE in cuor suo sapeva che non era così semplice, lui sapeva pompare, ma chi poteva aiutarlo a produrre più ossigeno erano i POLMONI, i suoi amici POLMONI: POLMONESINISTRO e POLMONEDESTRO.

CUORE si era reso già conto che ultimamente qualcosa non era normale, induceva JACK a riempirsi il cuore di sensazioni positive, per l’obiettivo che si era posto col Triathlon, e nello stesso tempo di sensazioni meno piacevoli, per i sintomi di malessere che si stavano accovacciando comodamente su di lui come gatti su un morbido cuscino. E di cuore voleva aiutare JACK ed il suo grande amico CERVELLO.

CUORE decise di sondare prima, separatamente, POLMONESINISTRO, col quale aveva più confidenza e col cuore in mano gli chiese: “..scusa POLMONESINISTRO, so che sei sempre indaffarato, come anch’io peraltro, io comunque devo capire al più presto cosa  sta succedendo, ho visto che ultimamente mi sta arrivando poco ossigeno, e tu sai quanto sia importante per me giungere al cuore del problema e far tornare tutto come prima”.

POLMONESINISTRO era un tipo che amava prendere fiato prima di far qualsiasi cosa, e prima di rispondere a CUORE sbuffò anche un pochino, ma senza farsene accorgere. Era diviso. Da un lato avrebbe voluto tacere o semplicemente sussurrare “Si, ecco tutto l’ossigeno che serve, in abbondanza come una ventata primaverile”, dall’altro avrebbe voluto raccontare tutto d’un fiato la sua storia di improvvisa polmonite che lo aveva debilitato e costretto a nascondersi dietro le costole, sperando che il suo antagonista, il suo Antigone di fronte a Creonte, POLMONEDESTRO, non comprendesse cosa succedeva e continuasse a produrre molto, molto ossigeno, più di quanto richiesto coprendo la sua sopravvenuta e momentanea incapacità.

La prima opzione era pura fantasia, POLMONESINISTRO sapeva di non poter fare promesse vane. Anche la seconda non lo convinceva, ma sapeva di non aver scampo e di dover affrontare la realtà. CUORE era il suo amico del cuore e meritava una lealtà assoluta, così col fiato sospeso gli disse: “...è vero, se c’è una colpa è tutta mia, quando ho preso la polmonite credevo si trattasse di un semplice raffreddore, e speravo di superarlo senza dir nulla a nessuno, e contavo su POLMONEDESTRO per mandarti l’ossigeno. Poi ho capito che era più grave, ed ho iniziato a prendere le consuete medicine. Conto di riprendermi in pochi giorni e di tornare nelle più rosee condizioni (non ho mai fumato, lo sai bene) e a produrre l’ossigeno che serve, dammi solo un po’ di tempo....” .

CUORE avrebbe preferito udire prima quelle parole, magari spontanee e non come risultato di un interrogatorio stile Gestapo, ma si accontentò della sincerità e delle promesse a pieno cuore di POLMONESINISTRO e lo ringraziò di cuore.

Certo che CUORE parlando a POLMONESINISTRO non aveva ottenuto alcuna soluzione immediata al suo problema, la carenza di ossigeno. Non gli restava altro che avvicinarsi a POLMONEDESTRO e senza far battere il cuore più velocemente, senza fargli capire che aveva bisogno di più ossigeno, avrebbe dovuto indurlo a produrne di più, senza tradire il suo amico POLMONESINISTRO. Non era semplice, ma in fondo avrebbe potuto raccontargli una semplice storiella, di feste di compleanno, di candeline da spegnere ogni giorno soffiando intensamente, di ossigeno da produrre per recuperare, in fondo si trattava solo di qualche giorno, giusto il tempo utile per la riabilitazione di POLMONESINISTRO. Per qualche istante valutò l’idea di dirgli tutta la verità e di chiedere di condividere la questione, ma poi la scartò come una caramella appiccicosa. Era inutile. 

Il colloquio con POLMONEDESTRO iniziò con una certa ansietà da parte di CUORE, mica poteva arrivare lì come una brezza sui rami e dirgli: “..dai, mi serve un po’ di ossigeno! Produci!”, No, doveva entrare nel suo “io” e solleticare il suo orgoglio con frasi tipo: “Hei, lo sai che sei proprio bravo a produrre ossigeno!”, proprio come dicono nei cartoni animati educativi rivolgendosi a bambini presenti virtualmente nello schermo e che rispondono sempre correttamente a domandine stupide, ma intelligenti considerata l’età.
Poi avrebbe dovuto dirgli, “Ne stai producendo molto vero? E sai produrne ancora di più, vero?” POLMONEDESTRO non riuscì a far altro che ad annuire come una tinca attaccata alla lenza. Non era stupido POLMONEDESTRO, tutt’altro, ma in lui vi era una miscela di orgoglio, bontà e capacità che messe insieme lo spingevano verso obiettivi più ambiziosi di quelli che si era prefissato all’inizio della sua vita da polmone. Cosi fu facile per CUORE ottenere quell’ossigeno di cui aveva bisogno per supplire alle carenze di POLMONESINISTRO e far sì che anche JACK realizzasse il suo sogno sportivo.

Messa così sembra una storia a lieto fine, questa. Tuttavia la “legge di Murphy” è sempre pronta a manifestarsi insolente e a minare i piani benevoli di CUORE, tipo che ha un cuore sensibile e generoso verso chi gli sta vicino (e che non potrebbe allontanarsene neppure volendo!) come CERVELLO e, obtorto collo, di JACK.
Per quei pochi che ancora non lo sanno “legge di Murphy” è riassumibile in poche parole, queste: “se qualcosa può andar male va male”.

Cosa potrebbe andare male, se non i pensieri contorti e distorti e senza torto di POLMONEDESTRO? Già, perché dopo il colloquio con CUORE, dopo aver acconsentito a produrre più ossigeno, il nostro caro POLMONEDESTRO, mentre produce molto ossigeno ha iniziato a pensare, pensare, pensare e... pensare. Ha chiesto consiglio a tutti i suoi consiglieri spirituali e materiali senza raggiungere conclusioni precise ed illuminanti, poi dopo aver parlato brevemente con POLMONESINISTRO, ha preso una sua decisione incontestabile.

Ma andiamo con ordine. I primi pensieri sono giunti nella testa di POLMONEDESTRO come falchetti sulle prede. Erano tanti e colpivano tutti un piccolo brandello di carne rosa, quella che amano tanto i gatti, per intenderci.
Il primo in assoluto era: “da tempo so di produrre molto più ossigeno di quanto necessario, CUORE mi ha detto che potevo produrne ancora di più, che avrei superato me stesso, che tutti avrebbero detto che ero grande, e io ho accettato, consapevole che non avrei avuto più molto tempo per altre cose. Ma CHI me lo fa fare?”
Intorno a questo pensiero gravitavano ed aleggiavano molti altri, come la sensazione che ci fossero altre ragioni dell’interessamento avuto proprio nei suoi confronti. Era bravo davvero, forse CERVELLO lo aveva influenzato e stimolato nel corso di rari incontri avuti nel tempo. Il guaio era che tali pensieri, legittimi, sfociavano sempre in conclusioni disgregative che quasi distruggevano la benevolenza interiore di cui lui era ampiamente dotato. POLMONEDESTRO nei suoi viaggi mentali giungeva sempre ad un istante di sfiducia verso gli organi che lo circondavano, e tutti sentivano queste pungenti sensazioni, come aghi di riccio di mare conficcati nelle piante dei piedi quando si cerca di raggiungere il mare aperto.
Al culmine delle sue riflessioni, mentre progressivamente non si concentrava più sul suo ruolo imperatore, la produzione di ossigeno, decise di parlare a POLMONESINISTRO, per confrontarsi con un suo antagonista (facevano da giovani spesso a gara e POLMONEDESTRO vinceva sempre, con irritazione del suo rivale perdente), e lo fece senza preavviso, e senza alcun obiettivo.

Tutto questo spiazzò POLMONESINISTRO che temendo il tradimento di CUORE e quasi per giustificare tutto un celato piano, di cui però POLMONEDESTRO non era affatto a conoscenza, si lasciò sfuggire poche parole sul suo stato di salute e sulla scarsa produzione di ossigeno, mettendo peraltro in evidenza il suo prossimo miglioramento grazie alle medicine assunte.

POLMONEDESTRO aveva compreso. Aveva anche deciso. Era anche un po’ adirato. Compreso che il suo ossigeno era necessario a CUORE per colmare il vuoto di produzione di POLMONESINISTRO, Deciso a far di testa sua. Adirato perché nessuno gli aveva chiesto apertamente di produrre più ossigeno, domanda alla quale avrebbe potuto porre diniego, e forse avrebbe fatto proprio così.

Cosi nella sua testa contorta lo spirito di punizione e di rivalsa era sufficiente a dirgli che non doveva più stare al gioco, che tanto giusto gli pareva sfuggire alle richieste di CUORE semplicemente diminuendo ancor più la sua produzione, che POLMONESINISTRO doveva accelerare la guarigione e produrre alacremente così come prima mai fatto, che in fondo non erano così amici da sostenerlo (non andavano neppure negli stessi locali), che non era neppure un suo problema se l’ossigeno non bastava.

Fu così che mentre l’ossigeno era sempre più necessario POLMONEDESTRO ne produceva sempre meno, incurante di quello che accadeva a CUORE, a CERVELLO e in definitiva a JACK;  ma piano piano JACK si spegneva e portava con sé CERVELLO, CUORE, POLMONESINISTRO e POLMONEDESTRO verso una baratro profondo dal quale nessuno più poteva uscire, forse dentro la testa contorta e distorta di POLMONEDESTRO s’era insinuata l’idea dell’immortalità, che la tara dell’orgoglio gli aveva conficcato nel centro della sua vita, senza alcun onore, senza alcun merito, senza vie d’uscita, senza scampo....

(E questo cosa c'entro nel nostro Blog versus banca? La morale arriverà poi.....con tranquillità, con gli usuali tempi bancari....o forse no?)

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